Il ruolo del Project Manager
Un saluto mio caro lettore.
Chi mi conosce sa quanto sia io attento alle nuove tecnologie, soprattutto nel mio settore, ma anche in un’ottica più allargata di company. Credo fermamente, però, che qualsiasi tecnologia, sia essa innovativa ed utile, venga meno in assenza di fruttifere risorse umane. Così facendo potremmo facilmente entrare in argomento Industria 4.0, ma non è ciò che voglio fare con l’articolo odierno.
Vorrei invece parlarti di un’altra importantissima figura professionale all’interno della moderna azienda: il Project Manager.
Nell’ultima newsletter abbiamo analizzato il ruolo del CIO (Chief Innovation Officer), quest’oggi ci soffermeremo invece sul ns. PM, partendo da una definizione regalataci da Wikipedia, la quale non dà spazio a disambiguazioni. Cito al seguito, evidenziando quanto di più significativo:
“Nell’organizzazione aziendale il project manager (in italiano Responsabile di Progetto, molto spesso indicato con l’acronimo PM) è un ruolo di gestione operativa. Tale figura è il responsabile unico dell’avvio, pianificazione, svolgimento, controllo e chiusura di un progetto facendo ricorso a tecniche di project management. All’interno dell’organizzazione aziendale tipicamente esso fa parte del Project Management Office (PMO).
Spesso denominato in Italia come “responsabile di progetto“, può essere un rappresentante del committente o un dipendente o consulente della società/organizzazione incaricata di realizzare il progetto (in diversi casi ne esiste uno per parte, ciascuno con responsabilità di progetto verso la propria parte). Il suo obiettivo essenziale è quello di raggiungere gli obiettivi di progetto, assicurando il rispetto dei costi, dei tempi e della qualità concordati e soprattutto il raggiungimento della soddisfazione del committente. A prescindere dal campo di realizzazione del progetto, un bravo project manager deve essere abile a interpretare gli obiettivi reali del progetto dal suo inizio sino alla fine, assicurandosi che la visione del committente venga realizzata secondo le sue aspettative nelle ore stabilite.”
Ma veniamo a noi, seguito definizione accademica, in maniera molto più pratica.
Anzitutto, capiamoci, stiamo parlando di una delle figure più richieste dal mercato del lavoro negli ultimi 5 anni, e sicuramente richiestissima nei prossimi 10. Anche in questo caso, come il CIO ed altre “nuove” figure e professioni, stiamo indicando una risorsa che non ha una sua presenza esclusivamente in aziende di grandi dimensioni, poichè se pensassimo questo, negheremmo il monitoraggio delle attività ad un tessuto molto ampio, cioè quello delle PMI, di cui il mio caro Nordest è zeppo.
Ma che fa quest’uomo? Anche se ho visto ottime performance nell’altro sesso 😉
Il ns. PM guida e sostiene il team di lavoro, condivide e gestisce il cliente interno, cioè i propri colleghi, senza mai trascurare il cliente esterno, e nemmeno i rapporti con i fornitori, anche se preferisco definirli partners esterni di progetto. Importante risulta la creazione del team, che in molti casi è data dal datore di lavoro, quindi propri colleghi, o se società/professionista esterni, da altri professionisti scelti in base alle necessità del progetto stesso. Scelta quindi guidata dalle competenze da mettersi su pista. Fondamentale risulta la sua leadership, volta a mantenere alto l’affiatamento e l’orientamento al risultato del gruppo di lavoro. All’ordine del giorno la gestione dei conflitti, da curarsi con particolare attenzione, in base anche alle soggettività di ogni singolo individuo coinvolto nel progetto.
Torniamo alla condivisione. Un buon Project Manager deve continuamente tenere sul pezzo i componenti del proprio team di lavoro, impartire indicazioni precise, fornire riscontri e feedback utili alla causa, ed arginare le perdite di tempo incostruttive. Ogni singolo elemento è poi importante, poichè il team è importante!
Da dove si parte?
Si va dal definire gli obiettivi ed i previsionali intoppi del cammino, passando per una progettazione e relativo Gantt delle attività, budget e risorse necessarie. La squadra va poi creata in maniera affiatata, spiegando ai componenti ruoli e punti di forza dei colleghi. In caso di contrattempi, può essere utile ritarare il progetto in corsa, per necessità dettate dal datore/management/cliente, e si spera non per proprie responsabilità, o peggio, negligenze.
Che ve ne pare? E’ un “personaggio” utile ed interessante? Personalmente credo che molte aziende ne abbiano bisogno, poichè tra i maggiori rischi di nuovi progetti, vademecum, manuali operativi, ecc., c’è la mancanza di costanza e progettazione che tale figura con il suo staff può, invece, dare.
Dimenticavo una cosa, ma questo per chi il Project Manager vuole farlo. Essendo una delle professioni più richieste, dando per assodato che sia ben svolto come lavoro, risulta anche ben pagato! Che c’è…ora non vi serve più? Mannaggia…
Grazie per l’attenzione, e alla prossima newsletter.
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