Logistica, collaborazione riduce i costi della GDO
L'ottimizzazione dei carichi e la condivisione delle spedizioni può portare a una diminuzione di costi pari a 750 milioni di euro nel comparto del largo consumo. Lo spiega un convegno sulla logistica collaborativa organizzato da GS1 Italy.
"Unità di carico efficienti e una saturazione dei viaggi prossima al 100% determinano un risparmio potenziale del 47% delle emissioni di CO2, ossia 510mila tonnellate/anno. Non solo. A parità di flussi, questo scenario equivale per il sistema a un risparmio di 600 milioni di chilometri percorsi e di 750 milioni di euro in costi di trasporto". Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato di Sanpellegrino Nestlé Waters e consigliere dell'associazione GS1 Italy – Indicod-Ecr, ha presentato con questi numeri il convegno dedicato alla gestione ottimale del processo logistico in ottica collaborativa in una filiera come quella del largo consumo, che movimenta circa tre miliardi di colli ogni anno.
Nella sua relazione introduttiva, Daniel Corsten, professore presso l'IE Business School di Madrid, ha analizzato nel dettaglio gli ampi benefici che potrebbe ricevere il largo consumo italiano dalle buone pratiche Ecr per superare la frammentazione che lo caratterizza. "A patto che la loro implementazione – ha detto Corsten – si basi su un solido allineamento degli obiettivi e su validi meccanismi di coordinamento". Il docente universitario ha aggiunto che "la logistica collaborativa crea importanti benefici anche in termini di ROA (Return On Asset), per la riduzione dei costi, una migliore redditività, maggiori vendite e anche un migliore sfruttamento dell'asset di trasporto". Interessante anche il richiamo di Corsten al crowd shipping: "La nuova generazione dei caricatori crede nella condivisione dei trasporti e delle spedizioni".
Obiettivo del convegno era presentare e discutere i risultati delle attività dedicate alla re-ingegnerizzazione dei processi di filiera svolte in ambito Ecr Italia. Risultati che riconoscono nell'efficienza delle unità di carico e nella saturazione dei mezzi di trasporto le due leve "collaborative" su cui deve concentrarsi la filiera del largo consumo italiana se vuole ridurre ulteriormente i costi del sistema industria-distribuzione, a vantaggio del consumatore.
L'associazione italiana che raggruppa 35mila aziende industriali e distributive operanti nel settore dei beni di largo consumo ha anche presentato i risultati delle attività di ricerca svolte con LIUC Università Cattaneo e con il Politecnico di Milano (dallo staff rispettivamente dei professori Fabrizio Dallari e Gino Marchet) per una completa mappatura dei flussi logistici in Italia, un'analisi dei costi della mancata ottimizzazione e la redazione di un Atlante della logistica, ossia una mappa geografica aggiornata e un censimento dei principali nodi logistici.
Marco Digiacomantonio, Transport manager di Procter & Gamble, durante il convegno ha infine presentato il progetto Intermodability secondo cui oggi circa 450mila uti (Unità trasporto intermodale) potrebbero potenzialmente essere trasferite dal trasporto stradale a quello ferroviario. Di queste, almeno il 17% sarebbe effettivamente "intermodabile" e per questo nei prossimi mesi partirà un progetto ferroviario pilota in collaborazione con Metrocargo.
A conclusione del convegno è stato presentato anche il nuovo sito web logisticacollaborativa.it che raccoglie tutti i contributi e i risultati delle attività dedicate alla ricerca di efficienza nel largo consumo in ottica collaborativa, tra cui le esperienze di transport & asset sharing, i lavori sul trasporto intermodale, le analisi sui costi logistici di filiera e sulla mappatura dei nodi logistici, i progetti in corso e tutti gli strumenti e le informazioni utili alle aziende per attivare con successo i necessari processi.
fonte: Trasporto Europa
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