L’Interporto di Padova potenzia lo scalo e punta sui treni
Ci saranno sempre più treni in prospettiva nei trasporti intermodali dell’Interporto di Padova. E per raggiungere questo obiettivo si continua a potenziare l’infrastruttura. Un salto di qualità in questo senso è avvenuto a giugno 2021 quando nella stazione merci dell’area interportuale di proprietà di Rfi sono stati messi sotto tensione e quindi serviti dalla trazione elettrica i binari dal 16 al 21 del fascio riordino e il 5 di presa e consegna. Tutto lo scalo ferroviario, uno dei maggiori inserito in un polo intermodale, risulta quindi elettrificato con un significativo aumento delle potenzialità.
Per quanto riguarda invece il terminal intermodale gestito direttamente dalla società Interporto, questo può operare con l’ausilio di quattro gru elettriche a portale su rotaia alle quali si è aggiunta una quinta, gemella delle altre. Questo terminal ha una superficie complessiva di 300mila metri quadri e dispone di binari, ognuno dei quali con uno sviluppo rettilineo di 750 metri, secondo lo standard europeo. Accanto a questa struttura definita “terminal nuovo” perché è stata l’ultima in ordine di tempo a tagliare il traguardo, c’è lo scalo di Fs Logistica, ma anch’esso gestito da Interporto.
Nonostante l’emergenza sanitaria abbia rallentato l’attività economica in generale, l’Interporto nel 2020 ha toccato il record di 6,2 milioni di tonnellate di merci movimentate e di queste il 43% per ferrovia. Dal terminal padovano sono partiti e arrivati 7180 treni merci mentre le unità di carico intermodali sono cresciute del 13,8% superando 360mila teu. Si calcola che siano equivalenti i mezzi industriali tolti dalle strade per una parte preponderante del loro percorso.
Nei primi sei mesi del 2021, secondo fonti societarie, il traffico nel terminal intermodale ha continuato a crescere, anche grazie ai progetti ormai avviati e in continua evoluzione che consentono l’automazione e la digitalizzazione di tutte le operazioni terminalistiche, su strada e su rotaia. L’Interporto, nato principalmente come terminal container, sta investendo soprattutto nella direzione dei servizi intermodali dedicati ai semirimorchi, una tipologia di traffico per la quale c’è una grande richiesta da parte del mercato.
Nel corso del 2020 la società Interporto ha ottenuto due finanziamenti di analogo importo, circa 4,5 milioni di euro ciascuno, dal ministero per lo Sviluppo Economico e dall’Unione europea in base al programma Connecting Europe (Cef). È ampia la rete delle relazioni ferroviarie servite, tra queste La Spezia, Genova, Livorno Trieste, Milano, Rivalta Scrivia e Bari. All’estero spiccano Colonia in Germania e Geleen in Olanda, ma a partire dal 2020 sono stati ampliati i collegamenti ferroviari giornalieri con gli interporti tedeschi e olandesi soprattutto per il trasporto dei semirimorchi.
Fonte: TrasportoEuropa
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