L’era “new normal” apre nuove sfide per le supply chain
Presente e futuro dell’organizzazione della logistica, alla ricerca di modalità più smart ed efficienti. Una riflessione di Zebra Technologies su ciò che la pandemia sta imponendo nei processi di modernizzazione dei magazzini.
Il lockdown della prima parte del 2020, ma soprattutto l’onda lunga che ne è seguita e ancora deve dispiegare tutti i propri effetti, stanno spingendo verso processi di modernizzazione in numerose aree. Fra le più colpite, c’è senza dubbio quella della logistica, alle prese con cambiamenti legati allo scenario di mercato (peso dell’e-commerce, pressione competitiva, stagionalità e così via) e con problematiche generate o acuite dallo sviluppo della pandemia.
Secondo il direttore Emea Industry Solutions di Zebra Technologies, Daniel Dombach, l’attuale contesto sta dimostrando la necessità di basare le attività su warehouse moderni, per assicurare la continuità operativa: “Negli ultimi tempi, abbiamo assistito a importanti cambiamenti, generati proprio dagli effetti del Covid-19, in particolare con un aumento del numero degli ordini, ma per contro possiamo osservare come molte operazioni sono oggi ancora gestite manualmente”.
Ma quale può essere considerata la nuova normalità della supply chain? Lo specialista di soluzioni di cattura dei dati e di identificazione automatica rileva, in base a uno studio commissionato a Mc Kinsey, come ci sia un turnover degli operatori misurabile in un 30% all’anno, un impegno nella formazione che può arrivare a 90 giorni e picchi di attività sempre più frequenti. In un contesto dove la supply chain diventa sempre più complessa, le operazioni di magazzino devono fronteggiare problematiche crescenti: “Molti sistemi restano isolati e questo genera difficoltà di visibilità”, aggiunge Mark Jolley, transportation & logistics solutions sales director Emea di Zebra. “A questo si associa la penuria di manodopera, operatori e flussi di lavoro spesso scollegati, colli di bottiglia e punti morti nell’asset inventory, una complessità crescente dei flussi di lavoro acuita da errori e non conformità”.
La citata ricerca “Warehousing Vision Study”, realizzata prima della diffusione della pandemia, dimostra come sia diffusa la consapevolezza di dover modernizzare le operazioni, aggiungere nuove tecnologie, rendere i processi più intelligenti, rapidi e sicuri. Se però l’80% del campione analizzato ammetteva di dover fare passi in queste direzioni, il 50% indicava di utilizzare ancora la carta per gestire gli inventari e i cicli di approvvigionamento: “Si tratta di attività spesso aggiornate con molto ritardo, per cui non è improbabile trovarsi con informazioni inesatte nei propri warehouse management system”, sottolinea Jolley.
Una maturità in cinque fasi
Sulla scorta di queste riflessioni, Zebra Technologies ha elaborato un Warehouse Maturity Model, costruito su differenti fasi, per aiutare i responsabili dei magazzini a comprendere quali siano le tappe di un processo di modernizzazione e il cammino da intraprendere in un’ottica di trasformazione digitale. Il punto di partenza resta collegato alla cattura dei dati, inizialmente manuale con scansione dei codici a barre, dove intervenire per migliorare l’efficienza e la produttività degli operatori. Si entra così nella fase 2, con l’introduzione di tecnologie connesse, come i terminali indossabili (che lasciano le mani libere) o il picking vocale, utili per ottimizzare il lavoro degli operatori e acquisire una miglior produttività di squadra. Si passa poi al recupero dei dati, da ottenere in modo automatico tramite l’impiego di strumenti di cattura in tempo reale, per avere miglior visibilità e utilizzo degli asset. La fase 4 concerne la localizzazione in tempo reale, generando alert automatici, per arrivare, infine, all’utilizzo di robot e cobot che assistano i lavoratori con un’automazione intelligente.
Lo studio di McKinsey e Zebra osserva l’attuale realtà sulla base del modello appena descritto: “La maggior parte delle aziende si trova ancora nelle fasi 1 o 2, ma il numero è destinato a diminuire entro il 2024”, rileva Dombach. “Nella fase 5 oggi si trova solo il 7% delle realtà esaminate, ma arriveremo al 20% entro pochi anni”.
L’87% dei responsabili logistici interpellati sta già ampliando i magazzini o prevede di farlo entro il 2024. Se oggi solo il 35% ha una comprensione chiara di come avviare un processo di automazione spinta, il 61% prevede nei prossimi anni di appoggiarsi alla collaborazione fra uomini e macchine e il 27% si spinge fino all’automazione totale. Infine, entro cinque anni. Il 68% punta a concentrarsi sul miglioramento della visibilità, l’orientamento in tempo reale e le performance fondate sui dati.
Nella fase di pandemia, Zebra ha sviluppato MotionWorks Proximity, una soluzione software di rilevamento della prossimità, che genera alert a livello di utente ed è dotata di un sistema di contact tracing, che controlla in modo anonimo l’insieme di individui entrata in contatto ravvicinato con una persona contagiata.
fonte: ICT Business
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