La lezione di Nokia: cambia o perdi
Alcuni mesi fa è stato pubblicato il discorso del CEO di Nokia durante la conferenza stampa in cui veniva annunciata l’acquisizione dell’azienda da parte di Microsoft. Non so quanti di voi lo hanno ascoltato, eppure contiene una lezione di gestione aziendale che tutti dovremmo avere presente.
Stephen Elop, il CEO di Nokia, a Giugno ha concluso il suo speech, tra le lacrime, dicendo “we didn’t do anything wrong, but somehow, we lost”, ossia “non abbiamo fatto nulla di sbagliato, ma in qualche modo, abbiamo perso”.
La storia di Nokia credo sia emblematica e dovrebbe essere un monito per molte aziende italiane di qualsiasi dimensione. Un’azienda rispettabile, un colosso che sembrava inarrestabile e all’avanguardia, che di fondo non ha fatto nulla di sbagliato per il proprio business, ma che si è trovata catapultata in un mondo che è cambiato così in fretta e non le ha permesso di reagire.
Si è trovata di fronte una Apple, un competitor così veloce, potente e innovativo che non ha saputo fronteggiare. Eppure, io credo che il vero peccato di Nokia sia stata la resistenza al cambiamento, la presunzione derivante dalla posizione di leadership, l’incapacità di guardarsi all’interno e abbandonare i vecchi paradgmi, ma soprattutto l’essere ripiegati sulla tecnologia dimenticando il cliente.
Tutto questo è stato pagato al prezzo della stessa sopravvivenza dell’azienda. La capacità di cambiare il modo con cui il cliente ha interagito con la tecnologia è stato il vero fattore di cambiamento apportato da Apple.
Il messaggio è chiaro: “if you don’t change, you shall be removed from the competition”, ossia “se non cambi, sarai tagliato fuori dalla concorrenza”. Questo è ciò che tento di far passare all’interno della mia piccola realtà. La mia inquietudine, la mia voglia di innovare è mossa prevalentemente da questa consapevolezza. Il vantaggio che abbiamo acquisito ieri, è effimero e sarà annullato in pochi mesi.
Non avremo fatto nulla di sbagliato, ma qualcuno prima o poi farà qualcosa meglio di noi e lì avremo semplicemente perso. Resistere, quindi, al cambiamento, ritenere la propria azienda immortale o ritenersi indispensabili, non imparare, non sviluppare le persone, prima o poi ci renderà superflui sul mercato e certamente non innovativi.
fonte: Gianmarco Troia – Hands on the ground
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