I container marittimi sono sempre più smart
Genova – Il numero dei container marittimi smart (intelligenti, agili, cioè dotati di tecnologie che gli permettono di interagire o almeno di fornire informazioni) è destinato diventare tre volte maggiore rispetto a quello attuale nei prossimi cinque anni, entro il 2023.
«Gli strumenti interattivi – spiega Drewry – hanno la capacità di trasformare radicalmente l’efficienza e il valore delle caratteristiche delle flotte di container marittimi». Lo sviluppo di questi strumenti consente ormai agli operatori dei vari segmenti della catena logistica, come lo speditore, il vettore, le pubbliche amministrazioni, il ricevitore, assicurazioni, banche, eccetera, di seguire il viaggio di un container conoscendone sempre più dettagli, grazie a sensori e microchips. In teoria, e sempre più anche nella pratica, si possono sapere in tempo reale posizione del container e condizioni della merce, come temperatura, umidità, variazioni dell’ambiente, ma anche la storia del viaggio compresi eventuali traumi subiti dal contenitore o violazioni dei suoi sigilli. Nonostante il costo maggiore che tutto questo sistema comporta rispetto al viaggio tradizionale affidato alla buona sorte e all’eventuale intervento risolutore delle assicurazioni, sempre più utilizzatori del trasporto marittimo chiedono di avere un controllo stringente sulle condizioni della merce e del viaggio. Nel lungo periodo, questo può consentire un miglioramento delle pratiche di trasporto e delle condizioni di viaggio che possono, almeno in parte, portare a una riduzione dei danni e dei costi a questi associati.
Gli esperti che hanno compiuto la ricerca di Drewry stimano che alla fine del 2018, circa il 2,5 per cento della flotta globale di container era dotata di strumenti tecnici smart. Le soluzioni adottate variano notevolmente a seconda del tipo di container. L’utilizzo più diffuso di questo tipo di tecniche si registra in tipologie come i container intermodali e quelli reefer, mentre è ancora quasi assente nei container marittimi tradizionali. La situazione è destinata a cambiare rapidamente. Il rapporto prevede che il numero di contenitori “agili” nella flotta mondiale triplicherà entro il 2023, raggiungendo i 2 milioni di unità, che rappresenteranno il 6,5 per cento del totale dei contenitori marittimi: «Man mano che l’innovazione tecnica abbasserà i costi degli strumenti e aumenterà la loro utilità per i Bco (gli importatori, ndr), si prevede che la loro diffusione accelererà».
Afferma il responsabile della ricerca, Martin Dixon: «C’è un numero di fattori che guida questa crescita del mercato. Uno di questi è la crescente richiesta di maggiore trasparenza e di sicurezza lungo la catena del trasporto. Inoltre, nel settore del trasporto marittimo c’è una domanda di sapere la posizione del contenitore e soprattutto la situazione del contenitore e la condizione della merce al suo interno».
Alcuni produttori e alcune compagnie di noleggio di contenitori hanno pianificato di fornire contenitori già equipaggiati con strumenti tecnici che permettono di raccogliere informazioni durante il viaggio. Questa scelta diventerà una pratica usuale nell’industria marittima, secondo i ricercatori.
Nel frattempo, le rate di noleggio dei contenitori sono diminuite nei primi sei mesi di quest’anno, dopo che per due anni avevano recuperato quota, uscendo dallo stato di profonda crisi del mercato che si era registrato nel 2016. Ma la strada dei noleggiatori per tornare ad avere i margini di profitto che avevano visto nella prima parte di questa decade è ancora lunga. Allora, il nolo giornaliero per un container da 40 piedi (feu) high cube, in un contratto di lungo termine, era superiore a 1,50 dollari, contro circa 1 dollaro che si spunta attualmente.
La scorsa settimana, il produttore cinese Singamas ha comunicato una perdita nel primo semestre 2019 rispetto al margine positivo del 2018. Il noleggiatore Triton ha invece visto una riduzione degli utili.
fonte: The Medi Telegraph
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