Hanedashi = dispositivo che permette la fuoriuscita automatica d’un pezzo dopo il suo ciclo di produzione/trasformazione
Direttamente dal Giappone proviene questo nuovo termine, ovvero Hanedashi, che rappresenta una fase lavorativa molto interessante e allo stesso tempo in grado di rispondere perfettamente a tutte le diverse esigenze produttive.
Ecco, nello specifico, in cosa consiste questo determinato termine e come potrà essere implementato correttamente all’interno della propria impresa.
Hanedashi, cosa si intende
Il termine Hanedashi può essere facilmente definito come un importante miglioramento della fase produttiva automatizzata, tale procedura proviene direttamente dal Giappone.
Hanedashi riguarda la fase produttiva automatizzata per la creazione di un pezzo che dovrà essere assemblato ad altri, prodotti dallo stesso macchinario che produce l’articolo completo.
A questo concetto si affianca una seconda fase molto importante, ovvero quella che consiste nella realizzazione delle parti aggiuntive che devono essere assemblate e che non richiedono l’espulsione di quella principale che viene prodotta.
Questo significa che il macchinario si occuperà di realizzare svariate tipologie di parti, caratterizzate da diversi materiali, create automaticamente senza alcuna interruzione. Il pezzo principale una volta finito si blocca all’interno mentre vengono realizzate tutte le parti successive che devono essere unite a quella principale.
Di conseguenza il concetto di Hanedashi rappresenta uno step evolutivo molto interessante nel settore della creazione delle diverse componenti di un prodotto che deve essere assemblato.
La conservazione dei diversi pezzi secondo l’Hanedashi
Il concetto di Hanedashi necessita quindi di macchinari particolari che sono dotati non solo di un certo livello di intelligenza e autonomia produttiva, ma anche di svariati spazi che permettono allo stesso di poter avviare la fase produttiva senza alcuna interruzione ed evitando che l’operaio debba svolgere tante mansioni consecutivamente.
Occorre sottolineare come questo genere di lavorazione venga svolta con un certo livello di precisione proprio per evitare che possano esserci unioni di parti non autorizzate o comunque che si rischi di dover fronteggiare delle situazioni complesse che, sia nel breve che lungo periodo, possono avere un impatto totalmente negativo durante la fase di assemblaggio successiva a quella di produzione.
La conservazione delle svariate parti che vanno a comporre il pezzo che deve essere prodotto dall’impresa viene effettuata con precisione dal macchinario, che possiede diversi vantaggi e rende, di conseguenza, il concetto di Hanedashi migliore sotto ogni punto di vista e pratico come poche altre fasi lavorative.
I vantaggi dell’Hanedashi
Trattandosi di una fase produttiva continuativa, questa si contraddistingue per la rapidità e per la totale assenza di perdita di tempo: il macchinario, seguendo il principio fondamentale dell’Hanedashi, consente agli operai e responsabili di lasciare che lo stesso strumento sia operativo e autonomo senza dover svolgere determinate operazioni che potrebbero richiedere non poco tempo.
I vari pezzi saranno prodotti in serie senza necessitare di controlli rigorosi con un guadagno di efficienza, specialmente se la fase di progettazione preliminare è precisa ed accurata.
Il concetto di Hanedashi è quindi facilmente applicabile al settore dell’automazione specialmente di quella avanzata dove è necessario sfruttare dei macchinari che siano rapidi e in grado di operare in maniera ben precisa, svolgendo un lavoro accurato in grado di prevenire una serie di errori che hanno, come conseguenza negativa principale, il costante rallentamento della fase lavorativa che deve essere messo in pratica da parte di quell’impresa.
Con l’Hanedashi sarà dunque possibile riuscire a potenziare la fase di lavorazione e creazione delle diverse parti che andranno a comporre un prodotto in modo automatico.
Fonte: automationtomorrow.com
