COME CAMBIANO I BENEFIT: 20 AZIENDE CHE DANNO “BONUS INNOVATIVI” AI DIPENDENTI
Le società che offrono solo privilegi materiali (auto, pc, smartphone) o premi una tantum fanno parte del passato. Facebook regala 4000 dollari ai neo-genitori, Google riconosce gli stessi vantaggi a coppie etero e omosex, Twitter propone corsi di pilates e Accenture sostiene economicamente chi cambia sesso.
In Italia un dipendente su due vorrebbe che la sua azienda favorisse lo svolgimento di attività fisiche – magari incoraggiando l’utilizzo delle scale al posto dell’ascensore (22%) – e il 23% gradirebbe ricevere delle indicazioni nutrizionali, anche con i consigli di un dietologo (22%). E ancora, il 25% dei lavoratori auspica una “break room”, il 38% di trovare al suo arrivo frutta fresca. Sono alcuni dei risultati emersi da “Barometro Food 2015”, un’indagine di Edenred, gruppo specialista di welfare aziendale, condotta attraverso il consorzio Food. La ricerca ha coinvolto sette paesi europei, tra i quali appunto il nostro. Ma le abitudini e i desideri dei lavoratori, non solo in Italia, vanno ben oltre il benessere fisico. Lo dimostra il report di Glassdoor, portale statunitense specializzato nel raccogliere opinioni e “recensioni” delle aziende e dei loro vertici da parte di chi ci lavora (o ci ha lavorato). Un dato su tutti: oltre il 57% degli interpellati afferma che gratifiche e benefit offerti dalle società giocano un ruolo decisivo nella scelta del posto di lavoro. Il sito, basato sulle recensioni anonime degli utenti, ha stilato un elenco di 20 aziende che hanno investito nel miglioramento delle condizioni di lavoro, fornendo una serie di servizi e benefit ai propri dipendenti.
A partire da Google. L’azienda di Mountain View, infatti, attribusice gli stessi benefit a tutte le coppie riconosciute di qualunque sesso (licenza matrimoniale, congedo parentale e assicurazione sanitaria) e, nel caso un dipendente muoia dopo aver lavorato per un minimo di quattordici anni con Google, il coniuge riceverà, per il decennio successivo, un assegno pari al 50% dello stipendio maturato nel corso della sua vita lavorativa. “È una delle cose a cui abbiamo pensato perché ad un certo punto la maggior parte di noi dovrà confrontarsi con la morte del partner”, le parole di Laszlo Bock, Senior vice president of people operations di Google.
Particolarmente attento alle politiche famigliari è anche Netflix, che oltre ad offrire agli utenti un servizio di streaming online on demand, coccola i suoi dipendenti. Soprattutto i neo genitori, garantendo il congedo parentale illimitato per l’intero corso del primo anno di vita del bambino. “Vogliamo che gli impiegati siano in grado di provvedere ai bisogni delle loro famiglie senza preoccuparsi del lavoro. I genitori possono ritornare per un part time, per un full time o andarsene quando necessitano. Continuiamo a pagarli normalmente”, spiega Tawni Cranz, Chief talent di Netflix.
Vita privata e professione. Un binomio che molte coppie faticano a conciliare. Lo scorso dicembre l’uomo che ha inventato Facebook, Mark Zuckerberg, è diventato padre ed ha deciso di investire sempre di più nella famiglia. Detto fatto, oggi l’azienda devolve 4 mila dollari ai dipendenti che diventano genitori. E ancora, il social network, al pari di Netflix ed altre realtà, offre ai dipendenti il cambio di sesso, sostenendo i costi di tutto ciò che è necessario per passare da un genere all’altro (dall’operazione chirurgica al trattamento ormonale per diventare uomo o donna).
Azienda statunitense fondata nel 2006, con sede a Seattle, Zillow ha a cuore le sue dipendenti, in particolare le neomamme che, per motivi di lavoro, sono costrette fin dal rientro a viaggiare. Ebbene, Zillow mette loro a disposizione, ovunque si trovino, una fornitura gratuita di latte materno. Non sorprenda, però, l’attenzione dell’azienda nei confronti del nucleo famigliare; Zillow infatti si occupa della compravendita di case “seguendo l’intero ciclo di vita che un’abitazione richiede”, si legge nel sito.
Considerata tra le aziende che promuovono le migliori pratiche di inclusione delle realtà LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), Accenture – multinazionale di consulenza di direzione, servizi tecnologici e outsourcing – sostiene a livello economico i propri dipendenti che vogliono sottoporsi a un cambiamento di sesso. Tutelando i lavoratori attraverso policy di inclusione e valorizzazione della diversity, Accenture è considerata una delle migliori realtà globali nelle quali poter lavorare.
Colosso della musica online, Spotify – nata in Svezia nel 2008, conta 75 milioni di utenti – consente ai suoi lavoratori di poter usufruire di un congedo parentale della durata massima di sei mesi, con uno stipendio del 100% per i dipendenti che hanno una famiglia; il benefit può essere utilizzato fino al terzo anno di età del bambino (nato dal 2013 in poi). E ancora, il congedo può essere continuativo o dilazionato, e c’è la possibilità di rientrare gradatamente in azienda lavorando da casa, part-time oppure con orari flessibili. In questo senso, la responsabile delle risorse umane di Spotify, Katarina Berg, dichiara: “Le persone sono i nostri asset più importanti”.
Lezioni di pilates e yoga, sedute di agopuntura, corsi di arrampicata su pareti attrezzate. Senza dimenticare la possibilità di fare il bucato direttamente in ufficio, dove i dipendenti hanno diritto a ben tre pasti. Sono solo alcuni dei vantaggi per chi lavora in Twitter. Il nome del social network, creato nel 2006 dalla Obvious corporation di San Francisco, deriva dal verbo “to tweet” (“cinguettare”). E possono farlo di gusto i suoi dipendenti, considerando che, anche in Italia, l’azienda consente ai lavoratori di estendere l’assicurazione medica ai partner di qualunque sesso.
I sogni son desideri. Prendendo spunto dal suo, inconfondibile, motto la Walt Disney permette ai suoi dipendenti, ovviamente con famiglie al seguito, di entrare gratis nei parchi divertimento dell’azienda ed usufruire di sconti vari: dall’entrata negli alberghi all’acquisto di gadget. Al primo posto nella classifica stilata da Brand finance (storica società di consulenza e valutazione di marchi e aziende) dei marchi più forti del mondo nel 2016, la Walt Disney vuole esaudire, in toto, i desideri dei lavoratori.
Airbnb, il portale online per affittare alloggi e camere tra privati, trova il suo posto nella top 20 stilata dal portale Glassdoor. In particolare, offre una somma annuale ai suoi dipendenti (la cifra si aggira su 2 mila dollari) per viaggiare e approfittare delle varie offerte proposte dagli utenti del sito in giro per il mondo. Lanciato nel 2007, Airbnb nasce dall’idea di Joe Gebbia, Brian Chesky e Nathan Blecharczyk per mettere in contatto chi ha spazio in più da affittare in casa con chi cerca un alloggio per una notte, una settimana oppure un mese. Viaggiare è la parola d’ordine.
Lanciato nel 2010 da Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra, Pinterest è il social network, particolarmente amato dalle donne per i temi trattati, dedicato alla condivisione di fotografie, video ed immagini; il suo nome deriva dalla crasi delle parole “pin” (appendere) e “interest” (interesse). Lo stesso interesse che Pinterest dimostra verso le sue dipendenti, offrendogli un trattamento speciale in caso di maternità. Possono infatti contare su quattro mesi pagati di congedo parentale e scegliere se lavorare un altro mese part time. Inoltre, hanno a disposizione due sessioni di orientamento per organizzare nel migliore dei modi il rientro in ufficio.
Per chi invece adora la neve e lo snowboard, il curriculum vitae dovrebbe essere inviato (quasi obbligatoriamente) all’azienda Burton snowboards, specializzata in qualsiasi prodotto sul genere: tavole, abbigliamento tecnico, attacchi ed accessori. Fondata nel 1977 da Jake Burton Carpenter e con sede nel Vermont (Stati Uniti), la Burton snowboards – che oltre al marchio principale, incorpora altre aziende – offre ai suoi dipendenti una serie di pass gratis per gli impianti da sci, garantendo anche giornate libere (ovviamente retribuite) da trascorrere tranquillamente sulla neve.
L’azienda Rei (Recreational equipment, inc.), specializzata nella vendita di capi e attrezzature per l’outdoor, offre ai dipendenti due giorni all’anno retribuiti (“Yay days”) per svolgere la propria attività preferita all’aperto. Inserita dalla rivista Fortune tra le cento migliore aziende per cui lavorare, Rei nasce dalla passione per la montagna di 23 amici scalatori. Così l’azienda vuole che i suoi dipendenti siano in grado di conciliare la sfera professionale e quella ludica, credendo fermamente – e questo è il loro motto – “che un’esistenza all’aria aperta è un’esistenza ben vissuta”.
Sulla stessa scia – anzi tracciato, per rimanere in tema – il WWF (World Wildlife Fund) ha stabilito che ogni quattrodici giorni i dipendenti hanno diritto a un venerdì libero chiamato, affettuosamente, “Panda Fridays”. In questo modo, la più grande organizzazione per la difesa e la conservazione dell’ambiente e delle specie a rischio, mira ad ottenere un duplice obiettivo: far sì che i lavoratori “stacchino” a livello mentale potendo contare su una giornata tutta per loro (e se desiderano lavorare da casa sono liberi di farlo) ed eliminare una giornata di lavoro che equivale a tagliare costi per l’azienda e l’ambiente (energia elettrica, riscaldamento, aria condizionata).
Fondata nel 1982 la Adobe, software house con sede principale a San Jose in California, conosciuta per i suoi prodotti di video e grafica digitale, ha voluto mettere i propri dipendenti nella condizione di poter “staccare” dal lavoro per dedicarsi a sé oppure alla famiglia. Proprio per questo, Adobe chiude le porte delle sue filiali per due settimane, in occasione delle feste natalizie e delle ferie estive. E ancora, offre alle donne – lasciando lo stipendio invariato – ben 26 settimane di maternità.
Fondata nel 1999 da un ex dirigente Oracle, Marc Benioff, Salesforce è una realtà di riferimento del cloud computing per le aziende, combinando processi di business tra persone e tecnologia. Ed avendo particolare attenzione verso i propri dipendenti, ma con benefit destinati ad aiutare la collettività. Nell’arco dell’anno, infatti, ogni lavoratore può contare su sei giorni retribuiti da destinare al volontariato. Chi li utilizza tutti, riceve mille dollari da donare ad un ente di beneficenza a propria scelta.
Per chi ama immergersi nella lettura, magari dopo una faticosa giornata in ufficio, la soluzione ideale è proporsi per un lavoro a Twilio, azienda statunitense con sede a San Francisco, che offre servizi telefonici in cloud. Ebbene, i suoi dipendenti possono contare su un contributo di 30 dollari al mese per acquistare gli e-book preferiti. E non è tutto, poiché Twilio regala ai lavoratori anche un Kindle per poterli leggere.
Il coaching in azienda è un progetto creativo di crescita che mira a obiettivi specifici e a valorizzare il potenziale personale e professionale. Ma si può proporlo anche al di fuori dell’ambiente lavorativo. Come nel caso di Asana, che offre ai clienti uno spazio online – c’è anche un’app dedicata – per gestire progetti e gruppi di lavoro. I suoi dipendenti, invece, possono contare su una serie di servizi di life coaching che esulano dall’attività lavorativa, da sfruttare in qualsiasi momento lo si desidera.
Quanto costa studiare per realizzarsi nel lavoro? E se per frequentare un college oppure un’università si è stati costretti a contrarre dei debiti? Sono dei quesiti che si è posto PwC, network internazionale che offre una vasta gamma di servizi (processi e organizzazione, amministrazione e finanza, controllo di gestione, tra questi) in modo integrato e multidisciplinare. Ebbene l’azienda offre ai suoi dipendenti la possibilità di ricevere 1.200 dollari all’anno come rimborso dei debiti accumulati nel corso del proprio iter di studi. E ancora, non si timbra il cartellino, non ci sono permessi da far firmare per uscire quando c’è un imprevisto. Flessibilità è la parola d’ordine.
Se invece si vuole continuare a studiare anche da lavoratori assunti, la risposta è quella di Evernote, azienda fondata nel 2007 con sede a Redwood city (California). Specializzata nella realizzazione di app e prodotti, offre ai suoi dipendenti l’opportunità di contare su diversi corsi online da seguire, gratuitamente, frequentando una struttura dedicata interna all’azienda (Evernote academy).
Per chi ha una forte vena creativa, che sul posto di lavoro – inevitabilmente – non riesce sempre ad esprimere, la soluzione è quella di mollare tutto e candidarsi alla Epic Systems corporation, società statunitense fondata nel 1979 specializzata in software di ambito sanitario. In questo caso, per i dipendenti che hanno trascorso almeno cinque anni in azienda, è previsto un mese “sabbatico” da dedicare alle proprie inclinazioni artistiche. Per poi tornare più carichi (almeno si spera) al lavoro.
fonte: EconomyUp
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