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Che sia dovuto all’esigenza delle aziende di ottimizzare i costi o a quella di ottimizzare i progetti, il management a tempo è un fenomeno che sta prendendo piede anche in Italia con, pare, soddisfazione di entrambe le parti. Attualmente circa il 10-15% dei manager che operano in azienda in Italia è a tempo determinato: le richieste delle imprese sono aumentate lo scorso anno del 10% e, secondo la la società di headhunting Technical Hunters, il trend di crescita si confermerà anche nel 2015.
Le aziende che ricercano professionisti disponibili a ricoprire posizioni di rilievo a tempo determinato cercano esperienza, competenze e flessibilità; fra queste ci sono anche le startup e le imprese strutturate che lanciano nuovi prodotti o nuovi rami di attività e necessitano quindi di manager esperti nell’ambito prescelto senza assunzione di rischio a lungo termine se il progetto non va a buon fine.
Dall’altra parte, Technical Hunters segnala che il 55% dei professionisti italiani è ormai favorevole al lavoro temporaneo in azienda. Poiché la crisi ha rimesso sul mercato molti profili di rilievo, di necessità si fa virtù, e i professionisti accettano la sfida di un management ad interim come opportunità per rimettersi in gioco, sperimentare nuovi settori, fare esperienza di lavoro all’estero o percepire uno stipendio superiore.
Le retribuzioni di questi manager, che guadagnano in media il 10% più dei propri omologhi assunti a tempo indeterminato, sono infatti in aumento. Le competenze richieste sono una forte conoscenza del settore di riferimento, almeno 10 anni di esperienza nel ruolo e la capacità di perseguire obiettivi a breve-medio termine. La durata del contratto di norma è di un anno con possibilità di rinnovo. L’età anagrafica del manager a tempo è in genere sopra i 50 anni e la retribuzione annua lorda, a seconda del ruolo previsto e delle dimensioni dell’azienda, può variare dai 60mila ai 100mila euro l’anno.

fonte: Event Report