Amazon operatore postale, ecco che impatto avrà sulla logistica italiana
Da ieri Amazon è ufficialmente un operatore postale. Il via libera ottenuto dal MiSE ha consegnato alla società di Bezos un lasciapassare importante, che ora rischia di stravolgere il mercato della logistica nazionale. E il motivo sembra abbastanza semplice. Gli operatori postali in Italia sono 4.463. Un numero enorme, a pensarci bene. Gli ultimi due arrivati nella lista, però, sono Amazon Italia Logistica e Amazon Italia Trasport. Non due nomi qualunque.
A raccontarcelo è la storia. L’azienda di Bezos appartiene alle cinque sorelle mondiali (con Google, Facebook, Microsoft ed Apple) che per risorse e tradizioni tendono a lasciare le briciole ai concorrenti. A Seattle hanno iniziato vendendo libri e musicassette, per trovarsi a dominare il mondo dell’eCommerce in qualche anno.
Sarà così anche stavolta? Sembra oggettivamente difficile ipotizzare che Amazon voglia scombussolare gli equilibri attuali nel mercato italiano della logistica. Almeno nel breve periodo. Per Amazon gli operatori tradizionali sono ancora necessari e importanti in molte regioni d’Italia. Tuttavia, l‘autorizzazione dice che ora la società americana è nelle condizioni di offrire un proprio servizio di consegna in tutta la penisola. La legge glielo permette.
Più difficile capire cosa possa succedere sul lungo periodo. E quali potranno essere gli impatti su Poste, azienda che fino a oggi ha trovato in Amazon uno dei clienti più importanti. E che adesso se lo ritrova al di qua della staccionata, fra i competitor potenzialmente più pericolosi.
Del resto siamo davanti a un mercato, quello della logistica, molto florido (con un fatturato previsto per il 2018 pari a 82 miliardi di euro, secondo l’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano). Più nel dettaglio, solo il settore dei corrieri fa registrare crescite evidenti anno su anno (l’ultimo dato disponibile è relativo al fatturato 2016, chiuso a 6,2 miliardi). Il piatto, insomma, è di quelli ricchi. E per come stanno andando le cose è destinato a crescere ulteriormente.
«Amazon fa della logistica il suo fattore di successo, ma questa autorizzazione del MiSE mi sembra semplicemente una formalizzazione di un servizio già in essere» dice al Sole 24 Ore, Marco Melacini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico milanese. Melacini non crede ad un impatto distruptive nel breve periodo: «Non penso che Poste perderà tutto il suo traffico da Amazon. Quest’ultima utilizzerà la propria logistica per alcuni clienti, mentre per altri continuerà ad affidarla a terzi. Credo che la capillarità del servizio sul territorio nazionale in mano a Poste Italiane sia difficile da aggredire. Di certo l’arrivo di Amazon può essere – e sarà – uno stimolo importante per il settore, che costringerà un po’ tutti a migliorare l’efficienza del servizio offerto. Ma in questi anni Poste ha applicato una politica molto attenta, e oggi non dipende da un solo cliente».
Sembra ripetersi, insomma, una storia già vista negli Stati Uniti, con Amazon che per mettere pressione a compagnie come FedEx al fine di essere più efficienti, ha irrobustito il suo servizio logistico affiancandolo a quello degli operatori già sul mercato nei giorni più congestionati (Black Friday e periodo natalizio, soprattutto).
«Il mercato dei corrieri cresce anno su anno, e Poste ne detiene una fetta importante. – aggiunge Melacini – Oggi, così come Amazon, si stanno muovendo molti altri operatori, che magari lavorano anche per conto di Amazon. Siamo davanti a un mercato in pieno sviluppo. Un mercato che offre sempre più soluzioni omnicanale, per andare incontro alle esigenze degli utenti. Penso allo sviluppo dei locker (gli armadi situati nei pressi delle stazioni ferroviarie o di supermercati, dove l’utente può trovare la sua consegna di ritorno dal lavoro o mentre va a fare la spesa, ndr), e ad altre soluzioni che stanno innovando la logistica». Un’innovazione alla quale Amazon contribuirà certamente.
Il resto è tutto in divenire. «Siamo in un mercato libero, – conclude Melacini – ma è importante che ognuno rispetti le regole e proponga gli stessi contratti (quelli della logistica), con stesse condizioni salariali e stessa flessibilità». E questa sembra già un’altra storia.
fonte: Il Sole 24 Ore
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