La volatilità delle supply chain forza il passaggio al Cloud
Una conferma che il Covid-19 ha accelerato alcuni processi di cambiamento è arrivata dall’ultima edizione di Oracle Live. Steve Miranda, executive vice president of application development, ha sottolineato in particolare come nell’ultimo anno ci sia stata “un’accelerazione dell’innovazione soprattutto nelle supply chain, per rispondere alle problematiche suscitate dalle due grandi ondate pandemiche, adattandosi molto rapidamente ai mutamenti di scenario, anche rivedendo alcune scelte del passato. Per esempio, l’idea di delocalizzare a tutti i costi è andata in crisi, di fronte alle crescenti difficoltò di spostamento. Oggi occorrono informazioni finanziarie in tempo reale per allinearsi ai rapidi cambiamenti, esperienze sempre più digital-first e una miglior gestione dei rischi”.
Per questo, il vendor ha aggiornato Oracle Cloud Scm, introducendo funzionalità che dovrebbero aiutare le aziende a rispondere proattivamente ai cambiamenti. Le novità toccano aspetti come la schedulazione della produzione, la gestione degli ordini, il procurement, la logistica e la supervisione di trasporti e flotte di mezzi. Ad accomunare questi aggiornamenti, c’è una focalizzazione estesa sul machine learning e sull’IoT. L’obiettivo è fornire capacità di rilevamento di potenziali colli di bottiglia e indicazioni sui possibili rimedi.
A supportare l’interpretazione di Oracle sull’attuale fase storica e tecnologica, sono arrivate le testimonianze di alcuni clienti ben noti anche da noi. Karen Nelson, senior vice president of Hris and compensation della catena di alberghi Marriott International, ha raccontato come già nel 2018 abbia dovuto affrontare l’approssimarsi del termine del ciclo di vita dei sistemi legacy presenti in azienda. La scelta è caduta su Oracle e il progetto aveva un piano di attuazione di venti mesi. Con l’arrivo del Covid, lo sviluppo è stato bloccato per quattro mesi e poi è ripreso con un team ridotto e completamente remotizzato: “Siamo arrivati lo stesso a compimento alla fine del 2020, implementando numerosi nuovi moduli, per la gestione di risorse umane, paghe, formazione, recruiting e compensazione degli incentivi. Il sistema è stato lanciato contemporaneamente in quindici lingue e ha coinvolto persone che non avevano mai avuto a che fare con strumenti di questo genere”, ha ricordato la manager.
Il gigante dell’asset management Vanguard, presente in venti paesi dove gestisce oltre 7mila miliardi di asset, ha a propria volta avviato un progetto di migrazione al cloud con Oracle prima dell’inizio della pandemia, soprattutto con l’intento di modernizzare l’Erp e le operazioni di procurement: “CI ha convinto la possibilità di visualizzare i dati di tutte le funzioni finanziarie in un unico luogo”, ha sottolineato John Bendl, chief accounting and financial officer di Vanguard. “Questa possibilità ha incrementato il processo di decision making e sostituito diverse attività che prima venivano eseguite manualmente per combinare dati da diverse fonti”. Anche qui, il Covid-19 ha portato a inevitabili aggiustamenti, ma i piani di migrazione hanno sostanzialmente seguito la programmazione già impostata, solo adattandosi a modalità di lavoro remotizzate.
Fonte: ictBusiness
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