L’imprenditore? Per le neuroscienze ha una marcia in più
Innovazione o efficienza? Come garantire entrambe in azienda? Innanzi tutto prendendo una decisione alla volta. Perché il nostro cervello non può usare tutte e due le strategie contemporaneamente. L'importante è riuscire a cambiare velocemente da una all'altra, dall'innovazione all'efficienza, e viceversa. E in questo gli imprenditori sembrano essere più bravi dei manager, perché nei loro processi decisionali usano tutte le risorse cognitive ed emotive a loro disposizione.
A spiegare come si collegano le decisioni al modo in cui funziona il cervello e alle performance decisionali, è un programma di ricerca i cui risultati verranno presentati oggi all'Università Bocconi. Un programma di ricerca che oltre all'Università milanese vede coinvolta l'Università Vita San Raffaele ed è stato finanziato da Fondazione Cariplo. Con lo scopo di capire cosa succede e come funzionano i processi decisionali, ma anche come sviluppare le qualità più utili a un manager, come selezionare, come valutare le performance e come fare formazione. Nel programma quadriennale sono state effettuate numerose ricerche sul campo anche con tecniche di neuroimaging, che hanno coinvolto studenti, manager (in particolare di StMicroelectronics, azienda che ha collaborato al progetto), imprenditori del settore high-tech e start-up di tre diversi incubatori.
A partire dal tema fondamentale della scelta decisionale che fa propendere verso il miglioramento delle condizioni attuali o la ricerca di nuove strade. "Il nostro cervello non ci permette di essere le due cose – spiega il professor Maurizio Zollo, responsabile del Programma di ricerca e ordinario di Strategia e sostenibilità all'Università Bocconi – sono due sistemi neurali completamente diversi. Esiste un cambio, come fosse il cambio di un'auto, o sei in prima o in seconda. L'importante è che questo cambio funzioni bene, ci sia cioè una capacità di adeguamento e una scioltezza nel passare da un modo esplorativo a uno votato all'efficienza a seconda delle necessità e gli imprenditori lo fanno in maniera più fluida e veloce". Non è vero, secondo la ricerca, che l'imprenditore è più innovatore del manager, ma la differenza sta proprio nei circuiti neuronali coinvolti: "L'imprenditore – spiega il professor Zollo – riesce ad esplorare utilizzando la completezza delle aree cerebrali, sia i lobi frontali di destra che quelli di sinistra, il manager usa solo quelli di sinistra, cioè più razionali, di pianificazione. Questo vuol dire che gli imprenditori sono in grado di utilizzare tutti i livelli delle funzioni esecutive, da quelle razionali e cognitive a quelle emotive a quelle di pensiero di alto livello, mentre i manager sono più focalizzati sul pensiero logico". Che poi sia l'esperienza dell'imprenditore ad aver modellato i processi neuronali o la predisposizione personale ad aver portato l'individuo a diventare imprenditore è tutto da vedere.
Un altro dei risultati che ha sorpreso gli stessi curatori riguarda gli effetti della meditazione. Nell'esperimento, 16 ore di meditazione profonda (Sahaja Yoga) in un mese sono riuscite a stravolgere il modo in cui i partecipanti hanno preso le decisioni, il modo in cui hanno risposto alle domande e addirittura il profilo caratteriale dal punto di vista emotivo. "Abbiamo visto – ha spiegato il professor Zollo – un aumento della sostanza grigia nella corteccia cingolata anteriore e nel giro frontale inferiore, che è un risultato davvero notevole. Dal punto di vista comportamentale, abbiamo registrato un miglioramento del benessere generale, un calo della stanchezza e del nervosismo, un aumento della soddisfazione personale e della sicurezza di sé. Notevole anche l'accresciuto autocontrollo, che per un manager significa per esempio anche la capacità di dominare i conflitti".
Un risultato, tra l'altro, che ci ricorda anche l'importanza della plasticità dei circuiti neuronali: in un sottogruppo di una delle ricerche del programma, si è visto che i manager maggiormente coinvolti in task innovative all'interno dell'azienda si posizionavano a metà tra le modalità decisionali dell'imprenditore e quelle del manager tipico. Un dato non da poco, se si punta al successo della propria impresa.
fonte: il sole 24 ore
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