Ecommerce, perché Poste spinge sulla consegna pacchi con nuovi hub a Roma e Milano

Posted by Dario Favaretto

Poste Italiane continua a spingere l’acceleratore sulla consegna pacchi per l’ecommerce (in questi giorni ha annunciato l’inaugurazione di due grandi centri di smistamento a Roma e Milano), forte di un primato: il 68% del mercato italiano delle consegne alla clientela residenziale. Molto più di Amazon. Per mantenere e consolidare la leadership ha in corso numerose attività di potenziamento del delivery dei pacchi, puntando sull’innovazione e la digitalizzazione. Vediamo come.

 

Consegna pacchi, i nuovi hub a Roma e Milano

La notizia l’ha data l’8 settembre scorso l’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, intervistato da TGPoste, il nuovo telegiornale dell’azienda.

Entro la fine dell’anno – ha detto – entrerà in funzione un grandissimo centro di smistamento nella zona di Roma e, nel primo trimestre del 2021, un centro di smistamento ancora più grande, più grande addirittura di quello di Bologna, a Milano. Stiamo sostanzialmente triplicando la nostra capacità di smistare per avere più clienti, per avere più pacchi da portare e quindi consolidare la nostra leadership in questo spazio”.

L’Ad di Poste Italiane ha aggiunto che ci saranno novità importanti anche negli Uffici Postali:

“Verrà lanciata nelle prossime settimane la possibilità di spedire dagli uffici postali in maniera molto più semplice pacchi a familiari, amici e conoscenti. Quindi sarà attivato un processo molto più agile e fluido di quella che tutti conosciamo essere un’esperienza a volte un pochino troppo laboriosa”.

 

Mercato dei pacchi: Poste Italiane leader con il 68%

In effetti Poste Italiane domina il mercato dei pacchi che partono da consumatori verso aziende e consumatori stessi, mercato che viene indicato con la sigla C2X. Amazon, invece, ha una posizione di rilievo nel mercato dei pacchi che partono dalle aziende e arrivano ai consumatori, mentre Poste, Gls, Dhl, Ups e Brt si contendono (quasi alla pari) le consegne Business to business. Lo ha riferito un report diffuso a luglio 2020 da Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Nell’Interim report sull’analisi del mercato dei servizi di consegna dei pacchi – il primo di questo genere pubblicato dall’Authority – si legge come, dal 2016 al 2019, sia i volumi sia i ricavi dei servizi di consegna dei pacchi siano aumentati a tassi considerevoli: nel 2019 gli operatori postali in Italia hanno consegnato circa 625 milioni di pacchi che hanno generato un fatturato di circa 4,7 miliardi di euro.

Il documento evidenzia un sostanziale allineamento del mercato italiano alle tendenze in corso negli altri mercati europei e mondiali: lo sviluppo dell’ecommerce ha determinato l’ingresso sul mercato di nuovi operatori, l’affermarsi di un modello di business multi-sided market centrato sul destinatario (receiver-oriented), nonché di nuove modalità di consegna (consegna congiunta di pacchi e lettere, consegna flessibile, consegna negli armadietti automatici (i cosiddetti parcel lockers).

Il mercato business dell’e-commerce (B2C) – prosegue il report di Agcom – è cresciuto ad un tasso medio annuo del 30% in volumi e 18% in ricavi e ha visto l’ingresso di nuovi operatori: nel 2016 rappresentava poco più di 1/3 del mercato totale mentre nel 2019 rappresentano circa la metà del mercato (49%).

Amazon è diventato in quattro anni il primo operatore in Italia nel mercato delle consegne e-commerce deferred ed il secondo operatore in quelle espresse. Detiene infatti un significativo potere di mercato nel mercato delle consegne e-commerce alla clientela affari (B2C deferred), con una quota pari al 59% dei ricavi.

Invece, come detto sopra, Poste italiane ha un ruolo preponderante nelle consegne alla clientela residenziale (C2X) con il 68% del mercato.

Il mercato delle consegne tradizionali dei pacchi (B2B) da parte dei corrieri è cresciuto ad un tasso medio annuo del 5% in volumi e del 6% in ricavi ed è suddiviso tra più di sei operatori.

QUI IL REPORT COMPLETO DI AGCOM SUL MERCATO DEI PACCHI

 

Poste Italiane e Covid-19: la consegna dei pacchi “salva” il business

A fine luglio 2020 Poste ha presentato i risultati della semestrale. Il business ha risentito dell’emergenza coronavirus in particolare nella fase di lockdown, ma proprio la consegna di pacchi ha in parte compensato il calo.

“I ricavi sono stati penalizzati dal forte calo della corrispondenza, mitigato dal record di pacchi B2C consegnati, anche grazie al Joint Delivery Model pienamente completato e al nostro centro di smistamento automatizzato all’avanguardia di Bologna”, ha detto Del Fante.

Non è un caso, dunque, che l’azienda stia continuando a investire in questa direzione.

 

Il piano “Deliver 2022”

I buoni risultati sono anche frutto di una strategia di lungo periodo. A febbraio 2018 Poste Italiane ha lanciato “Deliver 2022”, piano strategico aziendale di cinque anni che punta alla massimizzazione del valore della rete di distribuzione. Obiettivo dichiarato: ottenere entro il 2022 un aumento significativo del risultato operativo (EBIT) da 1,1 a 1,8 miliardi di euro. Il piano prevede una serie di “iniziative specifiche e diversificate”, dai servizi finanziari a quelli assicurativi, fino ai pagamenti mobile e digitale. E c’è anche un capitolo dedicato a Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione. Qual è il programma? Come si legge nei documenti ufficiali, prevede l’“implementazione di un nuovo modello operativo di recapito di corrispondenza e pacchi, secondo un approccio innovativo che tiene conto della densità di popolazione e dei relativi volumi, con consegne previste anche nel pomeriggio e nei weekend. A ciò si accompagnerà l’implementazione di nuove tecnologie di distribuzione ed automazione e una ridefinizione efficiente delle zone di recapito”.

 

I locker

Il “nuovo modello operativo di recapito di corrispondenza e pacchi” emerge pochi mesi dopo, a maggio 2018, quando Poste italiane annuncia l’estensione del servizio di consegna anche alle ore serali e ai week-end, coinvolgendo nel progetto i propri 30mila portalettere. L’azienda introduce inoltre i “locker point”, punti di ritiro situati nei supermercati, nei centri commerciali e nei negozi, in una rete capillare ideata per andare incontro alle esigenze dei consumatori.

 

Mercato dei pacchi: acquisizioni e alleanze

L’”approccio innovativo” citato nel piano Deliver 2020 si concretizza anche attraverso l’alleanza con alcune startup.  Già a febbraio 2017 l’azienda aveva acquisito la startup IndaBox, italiana specializzata nel ritiro dei prodotti acquistati su Internet. La piattaforma digitale co-fondata da Giovanni Riviera e Michele Calvo era nata per permettere di far recapitare i pacchi a bar, edicole e tabacchi indicati dagli utenti. A cedere Indabox era stato il Club degli Investitori, network regionale di business angel in Italia con sede in Piemonte.

Sempre in un’ottica di open innovation, a maggio 2020 Poste è entrata nel capitale di Milkman, startup fondata cinque anni prima da Antonio Perini per fornire servizi di consegna a domicilio costruiti attorno al consumatore: sono concentrati in particolare sull’ultimo miglio delle consegne e offrono opzioni di consegna personalizzate.  A maggio Milkman ha appunto chiuso un aumento di capitale da 25 milioni che ha visto tra i nuovi soci anche Poste Italiane, oltre a P101 sgr, Italia500 (fondo di venture capital istituito da Azimut Libera Impresa SGR), Vertis SGR (Vertis Venture 2 Scaleup), e 360 Capital.

A luglio 2020 è stato il turno della tedesca Sennder: Poste ha firmato una joint venture con l’operatore europeo specializzato nella digitalizzazione del trasporto merci. Obiettivo: migliorare l’efficienza del trasporto su strada su grandi distanze del provider italiano. Perché, se le merci vengono trasportate prima e meglio, l’ecommerce può continuare a crescere.

fonte: EconomyUp

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