Agcom sanziona Amazon per mancanza licenza postale
Il 2 agosto 2018, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha multato tre società di trasporto e logistica controllate dal colosso del commercio elettronico per 300mila euro. Una decisione che potrà influenzare la logistica ecommerce.
La delibera 400/18 dell’Agcom ha erogato a tre società operanti in Italia del Gruppo Amazon una sanzione totale di 300mila euro per avere esercitato attività postale senza autorizzazione. Tale attività consiste nella distribuzione di pacchi nell’ambito delle consegne di prodotti acquistati sulla piattaforma di commercio elettronico. Le condotte considerate illecite riguardano l’organizzazione di una rete unitaria per svolgere il servizio di consegna dei prodotti di venditori terzi e la gestione dei punti di recapito (locker). Le tre società multate sono Amazon Italia Transport, Amazon Italia Logistica e Amazon Italia Service.
Nella delibera, l’Autorità scrive che “è risultato, infatti, che per i prodotti offerti in vendita dai venditori terzi sul marketplace, le società del gruppo Amazon hanno organizzato un servizio di recapito al cliente finale che in nulla si discosta dal servizio di recapito reso dagli altri operatori postali, ad esempio i corrieri espresso, e che ricomprende le ordinarie fasi di lavorazione del ciclo postale: dalla fase di smistamento fino al recapito al cliente finale presso l’indirizzo del destinatario o presso i locker”.
Amazon Italia Logistica e Amazon Italia Transport – e in qualità di responsabili in solido perché soci unici delle predette società, rispettivamente Amazon E e Amazon Europe Core – avrebbero violato l’articolo 6 del Decreto Legge 261/1999 e l’articolo 8 del “Regolamento titoli abilitativi” per “aver realizzato sul territorio italiano, in mancanza del prescritto titolo abilitativo, una rete preordinata all’offerta al pubblico di servizi postali, organizzata secondo standard e procedure da essa elaborate e sottoposta ai loro poteri di organizzazione al fine di fornire un servizio unitario”.
Amazon Italia Transport – in solido con la controllante totalitaria Amazon Europe Core – è stata multata per sette violazioni dell’articolo 6 del Decreto Legge numero 261/1999 e dell’articolo 8 del Regolamento titoli abilitativi per ciascuno dei sette corrieri locali usati per il recapito, ossia Elpe Global Solution, Teamwork, Sum, Delivery Mates, HDG, BS Autotrasporti, Calenda, perché essi sono privi di titolo abilitativo. Inoltre, Amazon Italia Service, in solido con la controllante totalitaria Amazon EU, è stata multata per la violazione dell’articolo 6 del Decreto Legge 261/1999 e dell’articolo 8 del Regolamento titoli abilitativi per il possesso e gestione dei punti di recapito (locker) senza il prescritto titolo abilitativo.
L’Autorità spiega che “dalla navigazione sul sito www.amazon.it, dalla descrizione del funzionamento del servizio di Logistica2 e dall’esame delle condizioni generali di offerta del servizio ai venditori (da intendersi, seguendo la terminologia utilizzata nel sito quali ‘venditori terzi’ che mantengono la proprietà dei beni fino al recapito al cliente finale), risulta evidente l’attività, recentemente avviata da Amazon anche in Italia, volta ad organizzare una propria rete di recapito, così come già avvenuto in altri Paesi”.
Il testo aggiunge che “le modalità di funzionamento della piattaforma, per l’attività che qui interessa, vale a dire quella finalizzata al recapito al cliente finale dei prodotti da lui acquistati dai cosiddetti ‘venditori terzi”, possono sintetizzarsi come segue: il venditore, tramite un corriere, fa pervenire la merce al centro logistico di Amazon. Una volta ricevuto l’ordine di acquisto, Amazon svolge attività logistica: preleva la merce dal deposito, la imballa e la etichetta (previa ricognizione delle sue caratteristiche specifiche, ad esempio peso e dimensioni). Una volta predisposto per la spedizione, l’articolo acquistato deve essere recapitato: ciò può avvenire o attraverso gli operatori postali nazionali già presenti sul mercato o, per il momento soltanto in alcune aree, attraverso la propria rete attraverso il servizio Amazon Logistics (che oltre ad essere la denominazione del servizio, è il nome di una business unit di Amazon Italia Transport)”.
L’Autorità ritiene Amazon un corriere espresso anche perché “il servizio di corriere di Amazon Logistics figura in un elenco insieme al servizio offerto dai corrieri espresso ordinari (perché operanti da decenni nel settore). L’elenco è pubblicato sul sito di Amazon con l’indicazione ‘I nostri corrieri – Informazioni relative ai corrieri utilizzati per le spedizioni Amazon.it – Corrieri principali per spedizioni in Italia’. Anche nella descrizione alla clientela delle varie modalità di consegna il servizio di Amazon Logistics è equiparato a quello degli altri corrieri espresso ordinari. Si legge testualmente: ‘La maggior parte dei corrieri se non riesce a consegnare il tuo pacco, effettuerà un nuovo tentativo di consegna il giorno lavorativo successivo. Alcuni corrieri come Amazon Logistics e UPS effettueranno tre tentativi di consegna”.
L’Autorità ritiene anche che il processo di etichettatura di Amazon – che mantiene il nome dell’azienda e non dei corrieri che consegnano il pacco quando essa è organizzata dai corrieri di Amazon Italia Transport – “segni il discrimine tra ‘attività logistica’ (che riguarda la gestione del magazzino ed i servizi di logistica offerti ai venditori terzi) ed ‘attività postale’. Infatti, la merce, dopo essere stata impacchettata e munita dell’etichetta con il nominativo, l’indirizzo e il CAP del destinatario, diventa un invio predisposto per la consegna, idoneo ad essere sottoposto al ciclo di lavorazione postale. La successiva fase di suddivisione tra i corrieri espresso, in base anche ai tempi di consegna e alle aree servite, rientra a tutti gli effetti nella fase di smistamento che caratterizza il ciclo di attività di tutti gli operatori postali”.
“L’attività di smistamento svolta presso i Centri Logistici di Amazon è, quindi, progressiva; un primo smistamento è finalizzato a ripartire i pacchi tra tutti i corrieri espresso: sia Amazon Logistics che i corrieri espresso ordinari. Questi ultimi dopo aver preso in carico gli invii provvederanno alla gestione del servizio fino alla consegna al destinatario. Le altre attività di smistamento si svolgono all’interno del servizio di consegna gestito da Amazon Logistics e consistono nella ripartizione dei pacchi tra le varie Delivery Stations di Amazon Logistics. Nelle Delivery Stations i pacchi sono ulteriormente smistati tra i corrieri espresso locali che provvederanno poi alla consegna al cliente finale. Le attività descritte sono attività di smistamento usualmente svolte da tutti gli operatori postali, sono contemplate dalla normativa di settore come fasi del ciclo di lavorazione postale e, pertanto, sono attività sicuramente qualificabili come postali che possono essere esercitate soltanto se in possesso del titolo abilitativo“.
L’Autorità precisa che non è rilevante il fatto che Amazon consegni i pacchi tramite operatori terzi perché “è noto, infatti, che un modello organizzativo nel quale alcune fasi del servizio sono esternalizzate è ampiamente utilizzato da quasi tutti gli operatori postali; molto spesso è proprio la fase del recapito ad essere affidata, attraverso varie forme contrattuali. a corrieri terzi”.
L’Autorità usa contro Amazon anche la sezione del suo sito web dove ricerca corrieri locali per la consegna all’ultimo miglio: “Questa sezione del sito offre la possibilità di diventare ‘Corriere per Amazon’, precisando poi che ‘Un corriere è un’azienda locale i cui servizi vengono utilizzati da Amazon per consegnare le proprie spedizioni da un magazzino Amazon ai Clienti finali’. L’attività richiesta consiste nel prelevare i pacchi da un magazzino Amazon, trasportarli e consegnarli e la procedura per diventare ‘Corriere per Amazon’ è estremamente semplificata. Non è prevista alcuna attrezzatura specifica: non è richiesto che i veicoli riportino il logo, né che gli addetti indossino una divisa anche se si aggiunge che, ove ciò fosse necessario, sarà corrisposto un compenso per la promozione del marchio’.
Inoltre, a sottolineare la dipendenza di tali corrieri, Amazon fornisce “gli strumenti [..] ideali per gestire la pianificazione, le operazioni quotidiane, la navigazione su strada e l’assistenza clienti” e uno smartphone per registrare le consegne. Ciò denota, per l’Autorità “un controllo giornaliero puntuale, diretto ed immediato, sull’esecuzione del programma di lavoro assegnato”.
Anche la consegna tramite gli armadietti automatici (locker) è considerata attività postale. Gli armadietti sono proprietà del Gruppo Amazon, che “controlla pienamente questa fase: lo spazio in questione è connesso via internet con i sistemi informatici della società che permettono di verificare sia la consegna da parte del corriere, sia l’orario di ritiro del pacco da parte del destinatario finale. L’attuazione di un sistema innovativo, che consente un pieno controllo da remoto, non comporta una diversa qualificazione di questa modalità di recapito. La consegna di un invio in un luogo diverso dall’indirizzo del destinatario (che dovrà poi provvedere al ritiro) è modalità di recapito da tempo utilizzata nel settore postale ed è sempre stata qualificata come attività postale; è sufficiente, ad esempio, ricordare le modalità ordinariamente utilizzate per il recapito degli invii raccomandati che sono depositati in giacenza presso gli uffici postali e sono a disposizione per il ritiro da parte del destinatario”.
Nella sua difesa, Amazon ritiene la ricostruzione dell’Autorità “incoerente e contraddittoria”, aggiungendo che la descrizione dei suoi servizi di logistica fatta sul sito avviene con linguaggio “atecnico e semplificatorio”, che sarebbe stato erroneamente interpretato da Agcom come “precise condizioni che caratterizzano l’offerta del servizio alla clientela”. Una tesi che però non ha convinto l’Autorità.
In una breve nota diffusa dopo la notizia della decione, Amazon afferma che: “Consideriamo importante la cooperazione con le autorità e ci impegniamo affinché tutte le osservazioni che ci vengono rivolte siano affrontate il più rapidamente possibile. Abbiamo pertanto esaminato attentamente i riscontri presentati dall’AGCOM, fornendo una risposta puntuale a ciascuno di essi. Valuteremo la decisione presa da AGCOM. Siamo disponibili a cooperare con le autorità al fine di fornire ulteriori informazioni relative alle nostre attività.”
fonte: Trasporto Europa
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